La mia vita con una rola*



18.3.2019, h 22.53 Mentre mi mettevo la crema sulla faccia (e sul collo come insegna la nonna Lilli, perché è lì che si vede l'età - ho 23 anni) ho pensato "scriverò questo post quando avrò un momento di riposo" e poi "io non avrò mai un momento di riposo", quindi eccomi qui. Ma mi è appena venuto in flash sulla mia ora di treno il venerdì quindi hasta pronto.

23.3.2019 h 13.04 Ovviamente poi mi sono dimenticata e ricomincio a scrivere ora mentre aspetto la mamma ma arriverà tra poco e mi dovrò interrompere di nuovo. Però farò una corsa contro il tempo e vi dirò che io ho una amica colombiana a cui non bisogna dire tre cose: 1. che viene da un paese del terzo mondo; 2. come sta il suo lato narcos; 3. che tu sei europea e le spieghi come si fa. Io gliele dico ovviamente sempre tutte e tre.
H 13.41 Una cosa però che ultimamente le puoi chiedere con molto profitto è di insegnarti a cucinare cose di casa. Il weekend scorso abbiamo mangiato alcune delle sue cose preferite e anche se non sono tutte strettamente colombiane sono il cibo che per la Juli sa di casa e mi ha fatto molto felice.

I. La colazione


La cosa più affascinante di tutto questo ambaradan è sicuramente il chocolate con queso, ovvero la cioccolata calda con il formaggio. È spaventoso da sentire la prima volta ma posso assicurare che è buonissimo perché io l'ho provato e ci sono video e fotografie originali che lo attestano. Già la cioccolata calda non è come la conosciamo noi, si scalda il latte in un pentolino apposito che si chiama ojieta e si mettono dentro dei cubotti o pallette di cacao compressato con spezie, per esempio cannella e chiodi di garofano, poi si mescola il tutto con un mestolo speciale che si chiama mulinijo, perché all'estremità ha una sorta di mulinello che in sezione sembra una stella: in sostanza mettendo nel mezzo della ojieta il mulinijo e sfregandolo tra le mani si sbatacchia il cacao che si scioglie e si monta anche il latte, così alla fine si ha una sorta di cacao speziato e spumoso moooolto buono. Invece il formaggio che la Juli usa qui è la mozzarella da pizza perché è poco liquida e sa di latte, e in effetti se ci pensate non è che c'è poi molta differenza tra questa cosa e la nostra panna montata. Potete farlo sciogliere direttamente nel chocolate oppure prenderne dei pezzetti man mano con il cucchiaino e berci la cioccolata sopra. È assurdo e molto buono. Questa cosa poi potete accompagnarla con uova al tegamino, bacon croccante, frutta e biscotti e quello che vi pare. E dovete mangiare tutto alle 5.30 per essere dei veri colombiani di Bogotà.

II. Il pranzo di sabato.


Gli spaghetti di riso sono i miei nuovi amici, perché sono di riso e perché sono carini. Ci mettono tipo cinque minuti a cuocere e la Lina, la mamma della Juli, li serve con tutte le belle verdure che volete, tipo zucchine, carote, funghi, cipolle, carciofi, quello che vi gira insomma, fatti andare in padella con la soia e poi saltati con gli spaghetti cotti. Di certo non è sudamericano, anche i più furbi tra voi si saranno accorti che la salsa di soia è un po' più a est (o a ovest), ma è come per me il curry di pollo, una cosa che ormai è mia, è di casa ed è buona. E poi possiamo dirvi questa cosa stra affascinante, e cioè che i colombiani bevono dei succhi durante i pasti, a base di acqua o latte e tutta quella stupenda frutta che si ritrovano. Cioè, li abbinano proprio al cibo, pensare e fare il succo fa parte del preparare da mangiare. Bellissimo.

III. Il pranzo della domenica.


Questo è stato un capolavoro. Così pesante che non sono riuscita a studiare per tutto il pomeriggio e ho dormito e basta praticamente. Le fajitas di pollo. Messicane. Alè. Però davvero davvero messicane. Servono, per tre persone, 250g di petto di pollo, un peperone rosso, uno giallo, una cipolla, tutto tagliato a listarelle, condito con limone, sale, pepe e peperoncino (strabello mescolare tutto con le mani) e cotto in forno a 180 gradi per una mezz'oretta, mescola o ogni tanto. Per il guacamole vi servono un avocado, due pomodori medi, un pezzetto di cipolla, tutto tagliato a dadini: per l'avocado, prima di tutto tagliatelo a metà per il lungo, ruotate per staccare le estremità, con un gesto secco infilare il lato del coltello nel nocciolo e ruotate il frutto per estrarlo, incidete la polpa a rete fino alla buccia e sgranatela in una ciotola, lavoratela un po' con il colletto, poi aggiungete pomodoro e cipolla, un po' di limone, sale e pepe e lavorate con una forchetta finché non ottenete la consistenza che vi piace di più. Ognuno ha la sua. Quando le cose nel forno sono pronte, potete anche passare per qualche minuto il pollo sulla griglia, per dargli colore, e poi rimescolarlo alle verdure nella teglia. Scaldate nel forno caldo le tortillas, e se avete usato la griglia anche su questa per raccogliere tutto il sughino del pollo. Poi assemblate e mangiate.

IV. La merenda.


La torta di zanahorias. Cioè di carote. Che nome strano che hanno in spagnolo. La Juli dice che hanno un nome strano in italiano. In fondo la questione è un po' relativa. Allora, ragioniamo con i bicchieri come la mamma Lina. Servono due uova, un bicchiere di zucchero, due bicchieri di olio di semi, tutto da sbattere bene insieme. Poi aggiungiamo un pizzico di sale, un cucchiaino di bicarbonato, un cucchiaino di lievito per dolci, taaaanta cannella, un po' di noce moscata, un po' chiodi di garofano in polvere, noci a pezzetti e mirtilli a piacere, due bicchieri di farina setacciata e ovviamente due carote grattugiate. Anche qui mescolare bene bene bene, versare in una teglia con carta forno e cuocere per 30/35 minuti a 180 gradi.
Con il gelato allo yogurt o con la Nutella è davvero devastante.


Vi dico solo che stanotte ho sognato di essere in Colombia e non mi sembrava vero.
* un rolo è un cittadino di Bogotà.

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