Uppsala, impressioni di qualcosa nascente


Ci sono dei vantaggi in questa nuova vita solitaria. Per esempio, sono tornata quella di un tempo e sto leggendo un sacco. Oddio, così sembra che io abbia avuto chissà quale vita mondana nella scintillante Milano, e invece ho fatto l'intellettuale socialista anche lì (quelle con la sciarpa di cachemire e gli occhiali e il caffè e uno stile un po' da giornalista inglese anni Cinquanta; non ho nessuna di queste cose, a parte gli occhiali quando va male e lo stile da giornalista inglese quando va bene). Comunque, leggo molto. Libri sui santi. Harry Potter in inglese - sono partita un po' soft, lo ammetto, ma era in inglese -. Ora sto leggendo I quattro amori di C.S. Lewis, mi affascina devo dire, anche per una sorta di disappunto che mi suscita. Leggo soprattutto nella mia piccola tavernetta cui sono già così affezionata, e che in fondo trovo molto bella - la tana di un piccolo nerd, come me l'ha definita qualcuno. L'angolo "camera da letto", l'ala ovest del castello - non so se sia davvero l'ovest -, è il pezzo che mi piace di più, e soddisfa i miei desideri di rendere la mia vita un post di Pinterest.

La Svezia poi è un posto davvero affascinante. C'è tantissimo verde. Devo attraversare un parco per andare in università - la mia parte in verità è il cimitero storico, ma è molto bello - e ho visto una varietà di animali assurda: uno scoiattolo, degli uccellini grigi carini che non so cosa siano, corvi e cornacchie - anche in città - e sora ranocchia che in verità ho visto nella mia casetta la prima sera che ho passato qui, e che ogni tanto cerca di rientrare - mi piace pensare sia la stessa, la mia vecchia compagna di merende Diana - trascrizione fonetica della corretta pronuncia [da'ja:na] -. Ti vengono da fare un sacco di passeggiate, e il mio posto preferito, dove va a finire che passo sempre - e per fortuna sempre senza soldi sennò li spenderei tutti in poster sulla riproduzione sessuata dei fiori - è questo, il giardino botanico di Carl Linnaeus. Forse ho una passione per la botanica. Ok, per la parte bucolica e romantica della botanica, forse non per la parte scientifica, ma ancora non lo sappiamo. Oggi ho scoperto la biblioteca comunale di Uppsala, ma l'unica cosa in inglese che ho trovato nel mio primo - breve- sopralluogo è stato Vogue - non male comunque-. Lo dico non per purparlè ma perchè vorrei trovarci un vecchio libro polveroso marrone e verde per studiare l'abbiccì della botanica - come se non avessi a sufficienza da studiare di ginecologia tardo latina - ebbene sì, questo è l'argomento della mia tesi, perciò sono preparata per farvi partorire meglio di quanto lo fu l'ostetrica di Giulio Cesare, e guardate un po' chi mi ha tirato fuori lei, figuratevi io. Tornando a noi. Le passeggiate. Fa freddo eh, badate bene, come ottobre da noi, ma per la gente qui no. Oggi tirava un vento da temporale e io ho visto un signore a mezze maniche. Non un ragazzo, un signore. Un vecchietto! A mezze maniche, così, con il freddo che faceva! Ma guardi che mi si ammala, signore mio, si copra! Ma no. Il problema sono io, non loro. Secondo me mi guardano andare in giro tutta imbacuccata e se la ghignano sotto i baffi pensando vedrai tesoro fra qualche tempo...


C'è però una grande soluzione al freddo amici miei, ed è vecchia come il mondo: le calorie. Qui prendono il nome di fika, la pausa caffè con i dolcetti. A Uppsala ci sono almeno tre posti che valgono la pena sotto questo punto di vista - non preoccupatevi, ve li mostrerò TUTTI muahahaha, anche perché esiste la cosa magica dello sconto studenti. Per fare merenda! Ah! Il primo che ho provato, lunedì 2 settembre, ancora piena di trepidante attesa, timore e tremore, è Ofvandahls, posto di cui avevo letto sulla mia magica guida Lonely Planet, ma cui sono finita ignaramente - esiste? boh - per incontrare la professoressa svedese con cui studierò questi mesi. E' davvero un bel modo, se posso dire, uno già ha l'ansia, e così invece, in mezzo ai tavolini di legno, le poltroncine di velluto e i piccoli lampadari, non ci pensa troppo e si beve la sua gigantesca tazza di tè, o il caffè, che è GRATIS, cioè esiste tipo un free refill di caffè. Solo dopo esserci stata ho scoperto essere il posto su cui avevo fantasticato a casa mentre leggevo la mia guida - cosa molto divertente e un po' straniante da fare, se volete un consiglio, perché vi immaginate la città in un modo completamente diverso da come è davvero, e poi arrivati, è tutto ancora più stupefacente - ed essa dice che questa konditori è apprezzata dal re in persona - scarso- e che la sua specialità è la torta di mirtilli. E chi sono io, la figlia della serva, che il re se magna la torta coi mirtilli e io no? Perciò oggi, dopo aver quasi rischiato il collasso per mancanza di cibo, storia su cui sorvolerei, e accompagnerei la parola con il tipico gesto del "sorvolare" che sicuramente conoscete - insomma oggi mi sono convinta a provarla, e mi sono messa con il mio bravo vassoietto e il mio bravo libro di latino sul bravo tavolino di legno - sempre il solito, perchè c'è un legame affettivo con questo posto ormai - e ho fatto merenda da sola. Una sensazione bellissima. Agrodolce. In cui ci sono vertigine ed eccitazione e nostalgia e solitudine. In cui ti senti una donna e una bambina allo stesso tempo, molto forte e molto fragile insieme. Strano. E niente, bon, basta, poi me se sono uscita e mi sono messa a fare le foto come una scema ma tanto già la gente mi giudica quindi chissenefrega e questo è quello che ho partorito.

Vi dirò come prosegue perchè ne ho altre da provare amici! E un sacco di bravi libri di latino.


Ofvandahls, Sysslomansgatan 5, 753 11 Uppsala, Svezia


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