La fame nervosa+lo zenzero nelle zuppe+l'importanza di un buon cioccolato




Ecco, allora, io qui sono molto contenta, ma comincio a sentire lo stress. Studio tanto e devo metterci tanto impegno, e fa freddo e ho una casa da gestire e tenere in ordine perché il mio cervello ha bisogno di ordine oppure fa crush. Spesso penso che per fortuna mi piace quello che faccio. Uno degli effetti collaterali di tutto questo però, per me, è la fame nervosa. Mi sembra di essere costantemente e disperatamente affamata. Ieri, dopo un giorno molto difficile per via di questo motivo, ho pensato di condividere con me stessa e poi anche qui, come promemoria, le tre cose che ho imparato per tenere a bada questa simpatica amica. Premetto che niente di quello che dirò ha validità scientifica o nutrizionale, ed è sempre una buona idea parlare con un esperto. Io ho mia madre che ha una certa esperienza nel settore.

1. Bere molta acqua.
L'ho imparato in questo video, che consiglio vivamente. E' stata la prima volta in cui ho letto dei consigli sensati su cosa fare in questi casi, e posso assicurare che la storia della sete al posto della fame è vera. Le mie prime settimane a Uppsala non avevo una borraccia, a Milano sono abituata a riempire tante volte una bottiglietta di plastica che compro ogni tanto - MALE -, ma qui le macchinette vendono solo strane bibite aromatizzate e non me la sono sentita, così rubavo un bicchiere di carta del caffè e ogni tanto andavo in bagno a bere. Solo che ci andavo quando avevo tanta sete, e a volte magari stavo finendo di scrivere o studiare qualcosa di assolutamente urgente - pff - e perciò finivo spesso piuttosto disidratata. Bene, io non ho mai sentito tanta fame come in quelle settimane, un po' perché ho iniziato a mangiare di meno, e un po' credo proprio per via della mancanza d'acqua, perché ad una certa mi sono convinta a comprare una borraccia e ho cominciato a stare meglio. E a portarmi delle merende.

2. Imparare a conoscersi.
La mamma e la mia naturale propensione all'introspezione mi hanno insegnato ad ascoltare non solo le mie pare mentali, ma anche il mio corpo. A volte non ci piace ascoltarlo, ma noi in verità sappiamo molto spesso di cosa abbiamo bisogno, ed è giusto comportarci di conseguenza. Ciò di cui il mio corpo ha bisogno non sempre corrisponde con ciò di cui ho voglia, e nel tempo ho imparato a rendermi conto della differenza. Se la mia gola o la mia mente hanno voglia di pane, ma il mio corpo non ne ha bisogno, le volte in cui ho ceduto mi sono trovata molto stanca e molto gonfia, e non sono riuscita a farmi bastare una fetta, come minimo ho mangiato mezzo filoncino, e di solito in piedi, o di fretta, non me lo sono gustato, perché era solo dettato dal nervoso. Altre volte il mio corpo ha bisogno di carboidrati, e me ne accorgo perché me li gusto e dopo mi sento bene. Capisco che queste cose si imparano a posteriori, nel tempo, e sbagliare non è un grave danno. Poi ovviamente ognuno ha le sue regole e il suo metabolismo, e ribadisco che quello che dico è ciò che ho imparato per me.


3. Volersi bene.
Non mortificatevi. Imparare a conoscersi significa anche capire che se il vostro corpo ha degli attacchi di fame, vi sta lanciando dei segnali che qualcosa non va. Magari state scrivendo una tesi complicata, vi deve venire il ciclo e siete in Svezia, dove fa davvero davvero freddo. Non c'è bisogno di trattarsi male e decidere che WTF allora mangio solo sedano (niente contro il sedano, è un bravo ortaggio, ma avete capito cosa intendo). Concedetevi una cosa buona e che vi faccia bene, che sia utile, tipo delle dolci e morbide albicocche disidratate, o del cioccolato fondente carino, o concedersi per pranzo una cosa confortante in un posto che vi piace, come ho fatto io (= una delle nations di Uppsala fa dei pranzi con zuppa del giorno+pane fatto in casa buonissimo e morbido che sembra una focaccio+insalata di cavolo cappuccio con origano che costano pochissimo e sono davvero buoni, in questi posti che sembrano dei college o Hogwarts - la zuppa in foto si chiama Hot&Sour soup, con tantissime verdure a julienne in un brodo scuro pieno di zenzero). E' importante volersi bene anche così, voler bene al proprio corpo sapendo che non è la parte migliore di noi, ha un sacco di casini, ma è una creatura del Signore anche lui. Io ho imparato a voler bene anche al mio corpo, e perciò a rispettarlo, quando mi sono accorta di essere molto voluta bene. Da alcuni amici particolari all'inizio, e poi mi sono accorta di tanti altri e della mia famiglia che già erano lì. Allora ho cominciato a desiderare di vestirmi meglio, di mettere delle cose che mi facessero sentire in armonia con me e con gli altri, a mettere la crema sulle mani e a tenere le unghie e i capelli puliti, a mettere le lenti a contatto e il mascara perché i miei occhi sono davvero belli, fino al punto, che sembra opposto ma non lo è, di scegliere degli occhiali da vista che mi stessero bene con cui sentirmi a mio agio anche in pubblico. Perché col tempo l'amore di alcuni amici speciali mi ha reso e mi rende libera su tutto.


Piccola nota sul cioccolato: sono molto contenta di averlo comprato! Io l'ho scelto perché è bellissimo, ma come vedete è anche bravissimo, e posso assicurare sull'aspetto buonissimo. Li comprerò tutti e collezionerò le carte come un bravo piccolo Charlie.








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