Delle brutte polpette per un momento importante


Ho pensato di sfruttare questo momento in cui sono molto stanca e ho finito di studiare ma sono ancora in biblioteca ed è comodo per scrivere, e dichiarare il mio tentativo di diventare vegana. Punto. Non dirò tutte le eccezioni del caso a questa mia scelta, perché l'ideale che perseguo è questo, anche se magari non ci riuscirò al cento per cento ed è solo la mia seconda settimana.
Il motivo principale per cui ho deciso di provare è la possibilità di ridurre il mio impatto sull'ambiente, perché mi disagia davvero davvero molto la situazione in cui ci troviamo. Mi sembra di avere la stanza in disordine ma di non poterla sistemare. Questo è il mio piccolo tentativo.

Sono solo  nella seconda settimana ma avrei già mille cose da raccontare. I primi giorni mi sembrava di aver fatto un saltone incredibile ed era tutto assurdo, strano, ma all'inizio l'abbiamo presa tutti un po' sul ridere: la mia coinquilina che mi sgrida perché il latte di riso le fa schifo, i miei amici che mi prendono un po' in giro e si stupiscono se le cose che mangio sono buone, ma in verità mi sostengono, io stessa che ridacchio quando lo annuncio mangiando un cioccolatino (perché prima di tutto bisogna essere coerenti nelle cose). Il vero momento di coscienza, in cui ho davvero sentito la responsabilità e la radicalità della mia scelta, è stato quando lunedì sono andata in farmacia e ho comprato la B12: la farmacista era un po' scettica anche se non mi ha chiesto ovviamente a cosa mi servisse, e io mi sono quasi spaventata dalla grandezza della cosa. Provo a diventare vegana. Assurdo. Io che in Svezia guardavo con tenerezza il poveretto che non poteva mangiare i latticini e pensavo che vita mutilata. E io ora per scelta non mangio ( ci provo eheh) nemmeno le cose senza lattosio! Comunque anche in questa cosa non mi smentisco, niente scelte a metà, una bella via bianca o nera e non se ne parla più. Assurdo.

Ho cominciato perché ho incontrato lei. L'ho seguita un po' per scherzo per un po', ma anche un po' schifata da certe cose, poi c'è stata l'idea geniale del Veganuary e un giorno, ma di punto in bianco quasi, ho detto ok ci provo. Ed eccomi qua.

Sono due settimane che cucino delle cose buonissime e mi sento nutrita. So che sembra un commento del cavolo, ma io di solito ho sempre fame. E anche ora ho sempre fame ma mi sento molto più equilibrata. Comunque uno deve stare attento per avere tutti i nutrienti nei propri pasti e mangia davvero con molta più coscienza. Non so come andrà e cosa ne sarà di questo blog, e già so che ci saranno delle eccezioni a questa mia scelta, però ho in mente delle cose strafiche che non vedo l'ora di fare.

Le brutte polpette che vedete qui sopra (a me sono uscite brutte eh, non lo sarebbero di base) sono state parte della mia prima cena espressamente vegana e devo dire che sono davvero buonissime. La ricetta è di Carlotta di Cucina Botanica (proprio lei) e si fa così: frullate in un mixer 240g di ceci  cotti, una patata media bollita e sbucciata, 2 cucchiai di olio d'oliva, un rametto di rosmarino tritato, sale e pepe, fino ad ottenere una consistenza granulosa ma malleabile; ora aggiungete un po' di pangrattato, quanto basta perché il composto si asciughi e sia adatto a fare delle polpette, e modellatele, passandole ancora un pochino nel pangrattato. Fatto. A me ne sono uscite 20. Potete cuocerle in forno a 200 gradi per 30 minuti, girandole a metà, oppure in padella (like me), oppure friggerle ma poi puzzate. Nella ricetta di Carlotta sono accompagnate da un sugo alle verdure, mentre noi le abbiamo mangiate con del radicchio tagliato fine fine e condito con suco d'arancia, olio e sale, che è la morte sua.

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