Un vento, un ricordo e una pasta con gli spinaci


Scrivo alla fine di una lunga giornata molto ventosa. Saranno gli ormoni, in questa particolare giornata, ma mi sembra di avere i sensi più vivi oggi, più irrequieti. Avrà un certo ruolo il quadratino di cioccolato fondente da degustazione che sento ancora un pochino in bocca (una cosa da signora raffinata, lo so, ma io guardo la scatola e le scatoline con la stessa eccitazione di un bambino che guarda un gioco nuovo che gli piace davvero), e sarà anche questo vento, che ha reso il cielo e i fiori e l'aria struggenti ed elettrici, e così ha reso struggente ed elettrica anche me. Vorrei dire che lo struggimento è stato acuito dal fatto di non poter uscire e seguire il vento, ma non è vero, io lo struggimento verso il vento lo provo sempre, perché tanto non lo posso seguire mai. E' un'altra bellezza che non posso afferrare. Nessuna bellezza io posso afferrare, ed è per questo che mi affanno a fotografarla, scriverla, cucinarla, seccarla, segnarla, disegnarla, per lasciarne una traccia e fissarla in qualche modo, così da poterla riguardare e ricordare, ma la verità è che ne creo un'altra di bellezza, ma non fisso quella lì. Quella lì mi sfugge.

Il vento comunque mi piace molto. Se dovessi scegliere un elemento, penso che forse sceglierei lui. Mi eccita proprio quando soffia forte e scompagina tutto, come andare veloce in bicicletta o in motorino, tuffarsi dal trampolino alto, sentire che chi fa la conta a nascondino è vicino a te ma non sa che sei lì, e tu devi scattare alla tana e l'altro ti inseguirà. Come si chiama questa cosa? So che c'è un termine ma non mi viene. Ha a che fare con la sconsideratezza e l'audacia e l'allegria, un pizzico di...? Incoscienza! ecco, incoscienza. Si gonfia e poi si sgonfia intorno al suono di <sc> come la bolla che senti alla bocca dello stomaco quando stai per saltare da un punto in alto. Anche quando ci sono i tuoni mi sento così.

E assurdamente oggi entrambe le cose che ho letto iniziavano con il vento, Stranissimo eh. Sia il mio saggio di linguistica che parlava delle espressioni idiomatiche con vento - tipo, urlare ai quattro venti -, sia Uomovivo di G.B. Chesterton, che inizia con un gran vento che si alza e corre per tutta Londra in una sera grigia, rendendola infuocata dal tramonto che era nascosta dalle nuvole e portandosi dietro uno strano personaggio, enorme e vestito di verde. Mentre leggevo del vento ero fuori, con il mio di vento, e me ne sono accorta dopo, realizzando che stavo annuendo a tutto pensando è vero, è vero, perché anche io provavo quello stravolgimento e quella novità e quegli sprazzi di infanzia nel cervello che il vento ti soffia dentro per un secondo.

L'unica cosa che la pasta che vedete in foto ha in comune con quello che ho scritto è che è verde, molto verde, e così, mi sembrava appropriata all'umore strano di oggi. Un umore serio e puro allo stesso tempo. La gravità dei bambini, avete presente? Ci sono dei bambini che hanno un'espressione naturale molto seria, e allo stesso tempo, anzi, proprio per quella stessa serietà, fanno un'enorme tenerezza e un grande struggimento. Un umore semplice nella sua gravità, che semplicemente oggi sente il peso specifico delle cose, naturale perché le cose esistono e sono belle. Capite? Niente bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, semplicemente un bicchiere con dell'acqua, e l'acqua è limpida e fresca e fa dei bei giochi di luce nel bicchiere trasparente. Niente storie sui carboidrati o sulle scelte alimentari, solo una pasta con gli spinaci, e che verde hanno gli spinaci, e che sapore forte ha l'aglio, e come sono croccanti le mandorle. Niente storie, perché quel giorno di inizio marzo ancora la quarantena non c'era ma le biblioteche non possono aprire senza materiale igienizzante e io abito vicino all'università ma ho solo spinaci e pasta e frutta secca ed è lunedì e piove tantissimo e poi ci siamo lasciati in un modo un po' strano e il mio umore inevitabilmente è legato a te quindi anche lui era un po' strano. Però bisogna fare le cose che ci sono da fare, e dare calzini asciutti e pantaloni comodi e da mangiare agli affamati, e Andrea mi aiuta a pensare perché si interessa genuinamente alle cose. Io e Andrea abbiamo sempre delle belle idee insieme.


Trascrizione: Pesto di spinaci (ricetta mia e di Andre): 2 manciate di spinacino (quello della Marichella*)+olio d'oliva+succo di mezzo limone+ 1/2 spicchio d'aglio+sale grosso; frullare bene (spinaci in due turni); condire la pasta con questo+un po' d'acqua di cottura (il giusto per pulire il contenitore)+un pugno di mandorle - frullare fino ad essere polvere** - e un pugno*** d'uvetta.

* una delle tante storpiature per il nome di mia sorella Marica.
** qui la licenza poetica che mi sono autoconcessa anni fa rende il testo agrammaticale per il volgo, ma chiaro nel suo senso: frullate bene queste sante mandorle, fino a ridurle in polvere.
*** letteralmente troviamo pungio, esempio di metatesi, molto frequente nello scritto veloce e d'appunto.

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