Considerazioni sulla bellezza e una pasta coi broccoli.

Questa settimana di grande stress e impegno, mi sono trovata ad alzarmi sempre molto presto. In Svezia a fine novembre questo significa un gran buio mentre ci si prepara, e poi la possibilità di vedere l'alba mentre si va dove si deve andare. Per la verità, io cammino verso sud ovest e il cielo da quel lato é ancora scuro, ma quando esco di casa e scendo le scale, le finestre del pianerottolo sono immense e bam, non me lo aspetto mai ma c'é un filo di arancione e rosa e indaco e poi blu notte, tutti i colori insieme ed intensi. Poi io mi giro, scendo le scale di fretta per girarmi ancora e rivedere il cielo di nuovo. E sono assonnata, digiuna, preoccupata, con le occhiaie, ma quel momento, piccolo, mi restituisce a me stessa ed é struggente, perché é bello, ed é questo il primo e primario aggettivo che descrive la bellezza per me, struggente. Perché c'é qualcosa di incredibilmente corrispondente in me che mi fa dire "sono fatta per questo", ma poi subito "ma non é lì, non é davvero solo lí". Vedi la strada ghiacciata che brilla, vedi il cielo pieno di stelle, e la luna, e l'aurora boreale di settimana scorsa, e te stessa, la tua giacca che ormai é rotta, quei pantaloni che ti piacciono tanto, il vestito che ti sta bene, il profumo...li vedi? Vedi che sono belli? Per la bellezza sei fatta, ma non é solo quello, c'é qualcosa dentro, qualcosa dietro, che tocca una mia esigenza profonda che é di bello, ma non solo di bello. Che cosa indica la bellezza? Di cosa é segno? Perché da tutta questa pace all'anima, e allo stesso tempo la mette a fuoco? C'é sempre qualcosa che non riesco a cogliere, di fronte alla bellezza, ed é per questo che mi struggo.

E fine. Qui nemmeno ci provo a fare dei collegamenti. Salto proprio a piè pari da un'altra parte e vi presento LA pasta con i broccoli di Silvano. Anzi, del Silvano, IL Silvano. E qui bisognerebbe scrivere intere enciclopedie su di lui, e in effetti uno dei nostri sogni é quello di registrare le sue memorie e scrivere un libro. Per farla breve, ma torneremo sull'argomento, il Silvano é un signore di 78 anni, tipo, che ne ha spesi a Stoccolma almeno 50. Ha avuto, e ha, una vita piena di storie, di tutti i generi e di tutti i tipi, che prendono vita nella miriade di oggetti di cui é tappezzata la sua casa. Di recente, ho avuto l'onore di contribuire alla collezione di calamite sul frigo con una conchiglia da Santiago, e non mi sono ancora ripresa dallo stupore per il fatto che Silvano sia riuscito a trovarle un posto. Di solito, io e Carla andiamo a pranzo la domenica, e lui, ora che é freddo e le temperature gli permettono di cucinare, ci fa la pasta; lanciandomi frecciatine ogni volta che può, ha accettato la mia strana alimentazione, e quindi mi sta facendo assaggiare tutti i sughi vegetali che conosce; da qui, la pasta coi broccoli, che é stata preceduta da minuziose ore di lavoro, per eseguire precisi gesti che nessun altro può eseguire e men che meno in altro modo. Il risultato, però, é stato quello di una delle paste ai broccoli migliori che io abbia mai mangiato, e visto che é un piatto che ho fatto spesso nei primi mesi ad Uppsala e che avrei sempre voluto condividere ma non l'ho mai fatto, questa mi é sembrata l'occasione buona per prendere due piccioni con una fava: la suddetta pasta fatta coi fiocchi e introdurvi la figura, fondamentale per la mia vita qui, di Silvano. 

La ricetta, in verità, ve la dico un po' ad intuito, perché se avete mai cercato di carpire un procedimento culinario da un anziano, é praticamente impossibile. Per loro é tutto un fai così e poi così ed é pronto. Ma va bene perché, come mi ha detto di recente un mio amico parlando del fare la legna, bisogna rubarlo il lavoro. Quindi, per quattro, prendete due grosse cime di broccoli, mondatele, mettete da parte il gambo (fateci una zuppetta, ma ovviamente questo non é un tip di Silvano - me la tirerebbe dietro la zuppetta) e tagliatele a pezzettini. Fate bollire un bel pentolone di acqua e, quando é pronta, salatela bene e versateci i broccoli; a metà cottura - quindi morbidi ma non troppo - buttate anche gli spaghetti - la quantità che ritenete giusta per 4 persone - e lessatela secondo il tempo indicato sulla confezione, con i broccoli. Intanto, tritate una buona dose di spicchi d'aglio, diciamo tre, e soffriggeteli in un generoso filo d'olio, facendo attenzione a non bruciarli; quando la pasta e i broccoli sono al dente, scolateli e versateli nella padella, mescolando con forza per qualche minuto, così da coprire tutto con l'olio e l'aglio. Servite bella calda, con del vino rosso e abbondante parmigiano/lievito alimentare per asciugare l'olio. Amen. 



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