Niente, era tardi e m'é uscito così + biscotti alla zucca di Mina Rome

 Sono le 00.51 di notte, e io sto per concludere un venerdì di casa e studio e spesa alla Lidl, che potrebbe non avere nulla di diverso da altri giorni della settimana - ma io mi sento quella voglia di bello, di fare qualcosa di bello, di creare, che non ci puoi andare a letto insieme, devi usarla per non sprecare un'occasione; sta finendo gennaio - in fondo é già sabato 29, se vogliamo essere precisi -: quest'anno ho deciso di tenere nel mio quaderno del tutto una cartolina per ogni mese, perché ho trovato una serie di disegni svedesi bellissimi, e di segnare sul retro tutti i momenti belli che mi voglio ricordare; credo che questa giornata, e questa serata in particolare, verranno scritte sulla mia cartolina, perché mi sono proprio goduta ogni istante - gli epigrammi sconci di Marziale e quelli tristi per la morte di un amico; il crepuscolo in mezzo al prato di Gränby, che é un pezzetto di terra ghiacciato in mezzo ai palazzi e i negozi che non si capisce cosa ci faccia lì, ma é tutto buio e vedi ogni sfumatura di questo cielo azzurro ghiaccio, che fa brillare l'erba ghiacciata come se fosse blu ma invece é bianca; la strana piadina alla carota che anche se la carota non la senti sei felice perché ci vedi i pezzettini arancioni dentro e pensi che stai mangiando una verdura; Carla che ride perché dice di essere stanca, ma la realtà é che con me si diverte, perché sono simpatica; il cocktail con il vino bianco, quella strana bibita al melograno che io e Lilli abbiamo preso a caso in un supermercato asiatico, e la scorza d'arancia, che poi é più buona ora nell'acqua; farmi la doccia, curare i capelli, sistemare i cioccolatini nella scatola e i vestiti sopra la cesta, comprare una cartolina viola. TUTTO. Chi mi conosce un po', sa che a volte l'inquietudine che contraddistingue ogni essere umano in me diventa angoscia di fare cose memorabili e creare ricordi prima che sia troppo tardi, prima che scada il tempo - questa é una formulazione nuova che mi sale alle labbra da qualche giorno, e che mi fa tremare un pochino ora che la vedo scritta, perché ha radici profonde, costitutive di me e anche dolorose, ma é giusta e più vera ed é così che lo vogliamo dire d'ora in poi, ed é di questo che ho paura.

Stiamo facendo un lavoro enorme per tirare fuori le fatiche sepolte, per poterle pulire dalla terra, catalogare e riporre in una teca per ammirarle. Uso il plurale perché non sono solo io a lavorare, con i miei amici, ma ognuno di noi ci prova tutti i giorni, ad essere più vero. Niente é più corrispondente, ma niente é anche più difficile, perché l'essere umano tende a sminuire ciò che ha vissuto, convincendosi, nei momenti di fatica, che niente di interessante gli sia mai accaduto.  Questa, almeno per la mia vita, é una grande bugia, e trovarsi ad attendere sempre qualcosa, non nega il fatto che qualcosa comunque già sia successa: é la natura dell'uomo essere fatto per l'infinito.  Per questo, oltre che le fatiche e le domande, é fondamentale fissare, per iscritto oserei dire, i momenti in cui ci siamo visti cresciuti e diversi, in cui ci siamo stupiti ad osservare in noi un comportamento che non sarebbe costituzionalmente il nostro, così da poterci tornare domani e chiederci perché?; e quindi ecco, io oggi - che era domani - ho scelto questo spazio, invece del mio solito quaderno, e il motivo ancora non mi é chiaro, per ricordare a me stessa che in questa giornata io mi sono sentita piena e inquieta allo stesso tempo, ma una sola senza contraddizioni, e che sono stata lieta nelle cose da fare, con chi avevo attorno. In sostanza, che sono stata qui ora. 

[Questa volta neanche ci provo zi - https://www.youtube.com/watch?v=dJdkS3DyTr8. Buoni però, li consiglio.]


Commenti

Post più popolari