Raviolario italiano - aprile.

Confesso che questo mese ho giocato sporco - come sporca é la mia tastiera del computer e scusate ma mi devo fermare a pulirla. Ecco. L'ho fatto e posso andare avanti. Ho giocato sporco perché i ravioli che vedete non sono stati fatti questo mese, ma più di un anno fa; però ho una serie di ottime ragione per continuare in questa mia azione, e ora ve le elencherò:

- era sempre aprile, anche se 2022;

- non li avevo mai postati sul blog, quindi non ho attuato nessuna scorciatoia di riciclo;

- abbiamo passato un mese a preparare/traslocare/disfare e sistemare scatole, e ci mancava pure che mi mettevo a fare ravioli (sì, lo so che me lo sono scelto io questo lavoro, mica nessuno me l'ha chiesto, ma io sento il bisogno di usare delle strategie passivo aggressive per giustificarmi e riconoscermi meno responsabile, ok?);

- é comunque una ricetta incredibile che si merita un posto d'onore in questo blog, e che credo sia stata l'origine di questa (meravigliosa) idea di fare un raviolario italiano con una ricetta al mese; ora può finalmente brillare con il suo posto d'onore di raviolo d'aprile (gli straordinari d'aprile!).

Ecco sì, queste sono le mie motivazioni, e sono sicura di avervi  completamente convinti della appropriatezza (?) della mia azione. Comunque i ravioli di cui stiamo parlando si chiamano culurgiones - eh perché in effetti non lo avevamo ancora detto - e sono la pasta ripiena più famosa della Sardegna, in questa versione con il loro ripieno vegetale, di patate e menta (e la menta gente va rivalutata, una delle cose più buone create dal Signore), veganizzato in questo video qui da una sarda che si é permessa e allora io muta seguo e ne approfitto. Li abbiamo preparati io e Juli l'anno scorso per Pasqua e ricordo solo dei momenti di silenzio terrorizzato per la mia reazione di ira nei confronti della macchinetta della pasta che non stendeva - come d'altronde continua a fare - e da lì é iniziato il mio work out con il matterello per stendere tutto a mano - e si vedeva; poi uno si improvvisa anche sarto ricamatore nel chiudere questi cosi a pizzichini e pigiature, e alla fine ti viene un bell'esaurimento nervoso davanti a cinquanta culurgiones pronti - ma io sono abituata a fare quattrocentotrentadue casoncelli ogni dicembre, quindi che sarà stato mai - sì, ma in tre e con la macchina. Ma comunque. Sicuramente ora vi ho reso super accattivante l'idea di prepararli, eh? È duretta, forse, ma ne vale super la pena, soprattutto serviti poi sopra un bel sughetto di pomodoro all'aglio che é la morte loro. 

E anche per questo mese ce la siamo portati a casa. Via!

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