Focaccia con pomodorini e patate

 


Questo è il primo settembre della mia vita in cui non incomincio qualcosa. Ok, non proprio della vita, però diciamo degli ultimi ventuno anni, e io ne ho ventiquattro. Devo dire però che non mi sento particolarmente spaesata. Forse perché sono stati un anno strano e un’estate frenetica, e ci sono così tante cose da fare che non mi sono quasi resa conto di essere a settembre. Guardo i miei amici cominciare la scuola (da prof!) o i nuovi corsi, e in verità prendo coscienza della mia situazione quasi come problema intellettuale, perché non mi sento affatto fuori luogo: sono curiosa di vedere dove finirò. Per ora sono su un Flixbus appena partito da Roma che mi riporterà in patria.

Comunque, spesso “iniziare” a settembre coincide anche con “tornare”, e questo l’ho fatto anche io. Sono tornata nel mio appartamento di Milano. All’inizio ho scritto “sono tornata a casa”, ma avrei potuto generare confusione, così l’ho cambiato, e mi ha fatto tenerezza ricordare quanta attenzione mettessi il mio primo anno ad evitare accuratamente di chiamare quel posto “casa”, mentre ora mi è venuto così naturale. Quante cose sono successe e che bene ho sperimentato in quella città per arrivare a darle questo nome. Utile ricordarselo, ogni tanto.

Quando sono tornata in appa, lunedì, sono arrivata con la testa che ronzava per le cose da fare, per i detersivi da comprare e ma perché c’è dell’aglio in frigo e questa quinoa è scaduta dal 2018, fa nulla? Finché all’improvviso girano le chiavi nella toppa ed entra Giulia con una collana indiana e i pantaloni della tuta di Enrico ed eravamo così emozionate che non ci concentravamo su nulla e sembravamo delle bambine che hanno mangiato troppo zucchero. E sì che ci siamo viste qualche volta a Bergamo, ma in appa è più bello, noi siamo coinquiline. L’Amaro del Capo bevuto sul divano blu la sera tardi mentre si guarda Dirty Dancing, e Giulia si censura dal fare commenti durante la scena clou ma io ormai sento tutti i suoi pensieri, è il più buono di tutti.

E basta, volevo solo sproloquiare un po’, prima di condividere con voi questa meravigliosa focaccia che ha fatto Lucia, la mamma della mia amica Chiara (Mono per gli amichetti). È stata una sorpresa tornare a trovarle dopo tanto tempo lontane, riscoprire ancora una volta quanto sia bello il Lago Maggiore, come siano familiari e malinconici certi punti, legati sempre alle stesse persone e agli stessi ricordi, quanto sia interessante il loro giardino dalla prospettiva di un piccolo cane (piccolo solo d’età, perché è un cucciolo enorme, e così buffo), e quanto cucini bene Lucia, anche nella versione vegana (perché la Mono è diventata come me, così possiamo essere ancora più amichette, ed è davvero un enorme conforto). In più, questa è una ricetta di Cucina Botanica, un po’ rivisitata (ha lievitato più del dovuto e ne sarebbero dovute uscire due, invece ne è stata fatta solo una, molto alta, ma secondo me spettacolare), e quindi mi sono sentita ancora più a casa. Vi lascio la ricetta di Carlotta, e se volete riprodurre la versione di Lucia, togliete olive e capperi e aggiungete una patata bollita tagliata a fette. Ciao!

Focaccia integrale con pomodorini, olive e capperi (ricetta di Cucina Botanica)

Schiacciate 1 patata bollita e unitela a 500g di semola di grano duro integrale. Versate 1 bustina di lievito di birra secco in 50ml di acqua tiepida e scioglietelo bene. Versate il composto sulla farina assieme ad altri 280ml d'acqua e a 50ml d'olio d'oliva. Iniziate ad impastare aggiungendo 10g di sale e 6g di zucchero. Impastate per circa 10 minuti, dovreste ottenere un impasto molto morbido e liscio. Se serve  più acqua, aggiungetela. Se l'impasto vi sembra troppo morbido, aggiungete un po' di semola. Lasciate lievitare l'impasto dentro una ciotola avvolta in un canovaccio umido. Dopo due ore di lievitazione, stendetelo dentro la teglia nella quale lo cuocerete, ungendolo bene d'olio. Coprite nuovamente e lasciate passare altre due ore. Trascorse queste due ore, non toccate più l'impasto ma semplicemente adagiateci sopra i pomodorini tagliati a metà, le olive, i capperi e il timo (noi solo pomodorini e un'altra patata bollita, tagliata  a fette). Se volete, versate ancora un filo d'olio e infornate in forno statico già caldo a 240 gradi per 25 minuti. Togliete dal forno quando sarà bella dorata. 

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