Risotto al porto bianco e asparagi.

Questo bel risottino qui era nella mia testa da più di un anno. Le basi affinché l’idea si formasse sono state messe a dicembre 2022 (!), durante un viaggio a Lisbona che non mi é piaciuta granché (oh lo so che sono solo io, forse non era il momento giusto, chenneso) ma che sicuramente é nella lista dei posti dove ho mangiato meglio – anzi, non é vero, dove fermarsi a mangiare qualcosa in un posto a caso nove volte su dieci si é dimostrato incredibile ed economico, come non é così scontato che succeda al giorno d’oggi in una capitale europea. E ogni volta che ti fermavi da qualche parte, ti finiva sul tavolo un bicchierino di porto. Che é così dolce, liquoroso, aromatico, ha il sapore che avrebbe una cassettiera di legno antica lucidissima dalla cera (forse non é una cosa molto invitante, ma ti prego di provare ad immedesimarti nell’esperienza – é il sapore che ha un pomeriggio caldo in una casa di una vecchia famiglia aristocratica da qualche parte in un paese del sud). Oh, ma poi mi sono ricordata i pasteis de nata, ohmamma tutta la pioggia che ci siamo prese a Belem per mangiarli, e il bolo de arroz che é forse la mia cosa preferita e non so come sia possibile che io ancora non l’abbia cucinata. No. Il porto. Torniamo al porto. Non ricordo se quello bianco l’avessi poi provato a Barcellona, ma sta di fatto che esso sia il preferito di Silvano (ecco SIlvano), e quando sono tornata e ho trovato una bottiglia di porto bianco al Systembolaget (per chi non lo sapesse, in Svezia possiamo comprare alcool solo qui) ho comiciato a dire al vecchio che sarebbe stato buonissimissimo per sfumare un risotto. E nel mentre si avvicinava la primavera, che vuole dire risotto agli asparagi, ma or ache ho tirato insieme tutti i miei pensieri niente piú asparagi al supermercato, quindi l’idea é rimasta nel cassette e la bottiglia di porto bianco nell’anta bassa e buia della cucina, dove teniamo il vino. Questo fino a domenica. Perché gli asparagi erano ancora al supermercato e la primavera ancora sugli alberi, il porto ancora nel suo cantuccio e io ho potuto finalmente cucinare il mio risotto. Che é venuto, come ci aspettavamo, buonissimissimo. Ho solo sbagliato qualità di riso – stupida Svezia – ma con il giusto Arborio o Carnaroli (o un Acquarello! In quelle stupende scatole di latta, un giorno ti comprerò) sarà perfetto.


Si fa così. Procurati due mazzi di asparagi, lavali e rompili dove il gambo é duro. Prepara un brodo con questi scarti di asparagi, la buccia e i culetti di una piccolo cipolla, che poi triterai, e una carota. Fallo andare per una mezz’oretta, e se vuoi rafforzalo con un pochino di dado. Metti la cipolla tritata in una pentola capiente, con un giro d’olio e gli asparagi a pezzetti; quando la cipolla é morbida, aggiungi il riso (misuralo come vuoi, io uso due pugnetti a testa e uno per la padella, ma puoi avere un metodo tuo se preferisci), e lascialo diventare trasparente e caldo al tatto; ora puoi sfumare con un bel bicchiere di porto bianco, e poi cominciare a nutrirlo con il tuo brodo; quando il riso sará cotto, manteca con una buona dose di burro vegetale e del grattugiato vegetale simile al parmigiano, o lievito alimentare, se ti va; lascia riposare qualche minuto, aggiusta di sale se necessario, e poi servi, con un bicchierino dello stesso porto, che dovrebbe essere un vino da dopo pasto ma visto che ci abbiamo cucinato, perché no?

 

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