Ode ad ottobre e alle mele di settembre.


Ora che ci faccio caso più attentamente, questa apple fritter sembra un po’ una cotoletta. Ma non lo é, é un bel frittellino di dadini di mele che ho racconto io con amore dal meleto di Science Park ad Uppsala. Ho dovuto pedalare su per una gigantesca curva in collina, per arrivarci, e poi una dolce piccola pista ciclabile affiancata da meli a perdita d’occhio, cielo un poco in tempesta, foglie rosse e l’odore dolce e acido allo stesso tempo della frutta caduta e marciscente tra l’erba. Un alito di vento tra le fronde della sciarpa. Un ramo nero stagliato in controluce nel cielo chiaroscuro. I palazzi gialli del dipartimento di Fisica. Biciclette. Un signore su una panchina che si mangia una mela. 
Quella sfumatura di grigio dell´autunno che sa di infanzia e di catastrofe nello stesso glorioso istante. E poi il tramonto nell’orizzonte, sotto le nuvole; la foresta odorosa di resina e umido e funghi che non riesco mai a trovare e spiriti nascosti tra le ghiande e il muschio.

Dio é così bello che sia arrivato ottobre. Nessun giorno può essere brutto in ottobre. Anche se andasse tutto male – e certe cose grandemente faticose della mia vita sono accadute in ottobre – c’é sempre il fatto che é ottobre a rendere la giornata degna. E anche, in generale, il fatto di essere vivi, ma questo forse é besides the point. Vorrei poter fermare il tempo un’oretta ogni giorno di ottobre per celebrare il fatto che sia ottobre. O fare una sorta di calendario dell’avvento ma di ottobre. Un calendario dell’ottobre. Potrei chiamarlo così. Ogni giorno avrebbe una piccola attivitá da compiere per poter lasciar penetrare la gioia meravigliosa che stiamo vivendo un altro ottobre. Per quest’anno posso farlo al contrario – non credo interessi nessuno ma a me piace molto fare liste, soprattutto di piccole cose belle un po’ inutili, quindi scriverò il calendario della prima settimana di ottobre alla fine di questo post.

Quello che onestamente spero vi interessi é come si fanno le apple fritters perché sono molto molto buone. Prima di tutto vi servono due amichette un po’ matte, di natura variabile – del cibo buono, del vino buono, dei metodi discutibili ma indiscutibilmente effiaci per tritare i semi di lino; poi, una tazza di dadini di mela (se le raccolgi tu in un meleto, cinquanta punti a Grifondoro – puliscile ammodino però), due cucchiai di amido di mais, una tazza di farina, un cucchiaino di lievito per dolci, un cucchiaino di cannella, mezzo cucchiaino di sale, un cucchiaio di zucchero, un cucchiaio di semi di lino tritati, mezza tazza di latte vegetale, un cucchiaio e mezzo di burro vegetale sciolto, un cucchiaino di pasta di vaniglia; zucchero a velo e altro latte vegetale per la glassa; tre dita di olio per friggere, in un padellino. È molto semplice: mescola tutti i solidi (no zucchero a velo), mescola i liquidi con anche i semi di lino, unisci questi ultimi alle polveri, e poi anche i dadini di mela, facendo attenzione a non lavorare troppo il composto. Fallo riposare in frigorifero mentre scaldi l’olio, e poi friggi l’impasto a cucchiaiate, circa 4/5 minuti per lato; lascia raddreddare su carta assorbente, poi spennella con della glassa preparata con zucchero a velo, un cucchiaino di pasta di vaniglia, e bevanda vegetale q.b. per ottenere una glassa liscia ma non troppo liquida – sulla mia cotoletta non si vede perché era, appunto, troppo liquida. (Ricetta da qui).

E basta, puoi mangiarle! E sarai felice di quante gioie porta la stagione più bella dell’anno.







1 ottobre: visita inaspettata di un’amica e passeggiata pomeridiana con delle foglie strepitose;
2 ottobre: il tramonto tornando dalla classe di danza;
3 ottobre: passeggiatina un po’ spettrale ad Hågaparken alle sette di sera canticchiando La Tatuata Bella e Alle Anime Perse dei TARM;
4 ottobre: Övre slottsgatan ad Uppsala alle undici di sera con i lampioni e le case vecchie e i sampietrini;
5 ottobre: una passeggiata con molti alberi dai colori meravigliosi e molte foglie belle e delle zucche dalle forme strane e delle candele alle spezie che ho acceso nel salotto tutto ordinato mentre fuori scendeva il buio;
6 ottobre: la sera sul Sentierone a Bergamo con i profumi della fiera;
7: passeggiata in Cittá Alta con la pioggerella e il pane all’uvetta e i lampioni.

Dai. Che meraviglia le piccole cose belle. È un grande esercizio di gratitudine elencarsele a volte, anche se sono un po’ inutili. Ciao!

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