Ringkomposition geografica perché sono partita da Uppsala e sono ritornata ad Uppsala, ma attraversando Svezia, Danimarca, Germania e Svizzera per arrivare a Bergamo – la cittá più bella d’Italia – e tornare su. Dall’estate scorsa in cui mi sono fermata a Monaco per una settimana sia a scendere dalla Svezia che a salire, mi sono accorta di quanta bellezza e riposo potenziali ci siano nel fare delle tappe in questo pazza traversata di trenta ore che ho deciso di fare almeno due volte l’anno per salvare il pianeta – ok, contribuire, lo ha già salvato Gesù; e quindi, visto che ho un sacco di amici (tre) nelle terre germanofone , ho pensato di fermarmi a trovarli (tutti e tre) nello scendere e nel salire. Mi sono fermata ad Hildesheim e Zurigo andando giù, e a Monaco tornando su (ormai ho una dipendenza da Monaco, e non é la birra). E nel mezzo mi sono fermata una settimanella nella mia piccola Bergamo che é dolcissima come una fragola nei primi giorni di giugno.






La cosa che mi ha dato più gioia di tutte sono stati i fiori. Vorrei cercare di rendere più giustizia possibile a questa cosa che ho detto, perché non intendo con fiori quelle creature perfette e plasticcate che trovi nei boquet, tutte uguali e tutte impeccabili e sgargianti, ma i fiori come esplosione ultima e dionisiaca della natura che si è strafatta di sole e luce e acqua alla fine della primavera. Intendo i lillà che crescono a boccioli cosi turgidi da sembrare un eritema, gelsomini gloriosi che si impossessano dei lampioni e delle staccionate e impregnano l’aria notturna del loro miele; intendo gli ombrelli del sambuco bianco gialli così larghi che ti ci potresti sedere, e le rose del roseto di Hildesheim che hanno mille anni e non sono come le rose che conosciamo noi, ma come un fior di fragola, una rosa medievale, una rosa da rubrica di manoscritto; intendo quei fiori bianchi che fanno assomigliare i rami a dei popcorn appena scoppiati, le corone di castagno e glicine e acacia; intendo i prati al crepuscolo che sono pieni di margherite addormentate e colza e bottoni d’oro e tarassaco non ancora evoluto in soffione. Immagina andare in giro per l’Europa solo con il tuo naso. Li senti. Sono dappertutto. L’aria è un distillato. E poi ho mangiato un sacco di pane in Germania, un sacco di frutta in Italia, e bevuto troppo in Svizzera – che poi con quel che costa potevo anche farlo da un’altra parte, no? Ho scoperto che mettere la frutta su pane e hummus mi piace moltissimo, e che il bircher muesli è stato inventato a Zurigo, e non è niente male. E invece, la più grande sbronza della mia vita so far. Ho fatto giri su bici che sembrano quelle della signora in giallo, yoga molto rilassante e i cinque addominali del pilates che mi piacciono molto e ora faccio tutti i giorni. E molte passeggiate e molte sveglie all’alba ma anche molte dormite – alcune scomode sui treni, altre molto comode su materassi a terra, particolarmente amabili dopo quelle scomode sui treni. E niente, alla fine. Volevo usare questo spazio per creare un piccolo album quasi sensoriale di quei giorni di passaggio tra maggio e giugno che sono tutti in fibrillazione, come l’ultimo atto dinamico della primavera che diventa la letargica ed estrema estate.
Hildesheim
Zurigo
Bergamo
Monaco





Ah, ho anche cucinato un sugo killer agli asparagi che ve lo spalmaste sui gomiti riuscireste a leccarveli tutti da quanto è buono nonostante sia anatomicamente impossibile; se volete provarlo, dovete partire da un hummus di piselli (controversial but why not), che fate con un barattolo medio di piselli cotti, circa 200gr, uno spicchio d’aglio, un cucchiaio di tahina, due cucchiai di olio d’oliva, sale, pepe, succo di mezzo limone, cumino e menta. Frullate tutto e lasciate riposare a temperatura ambiente. Nel mentre tritate mezza cipolla e fatela soffriggere con un cucchiaio di olio in una padella; pulite e tagliate a pezzettini un mazzetto di asparagi, e aggiungetelo alla cipolla quando questa sarà morbida, ma lasciando le punte a parte; rosolare gli asparagi, sfumate con del prosecco o del vino bianco, poi aggiungete un poco di acqua e fate cuocere fino a che le verdure non saranno super morbide. Ora frullate tutto con sale, pepe, abbondante parmigiano o lievito alimentare e un bel cucchiaio del vostro hummus di piselli – funziona anche con l’hummus di ceci in veritá, ma la versione con i piselli è stata la mia preferita. Conditeci gli gnocchi o la pasta, e bollite le puntine di asparagi con quello dei due che sceglierete – conservate un bicchierino di acqua di cottura per mantecare, qualora il sugo fosse troppo denso.

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