La cremina delle pesche in un croissant. Con le pesche.

Un lunedì di fine luglio, stavo beatamente lavorando per i fatti miei nel mio salotto, quando ho sentito un allarme bippare all'improvviso. All'inizio ho pensato "ma figurati se viene da casa mia!" - e invece veniva proprio da casa mia e, più precisamente, dal mio freezer. Uno dei suoi cassetti non si chiudeva bene ma io non me ne ero accorta e lo avevo lasciato aperto da circa due ore. Non tanto bello. E quindi ho spento l'allarme, tolto questo dannato cassetto, distribuito le sue cose da altre parti e chiuso di nuovo tutto in fretta sperando che l'aggeggio ritornasse alla sua temperatura ottimale. E così ha fatto, ma io ho anche capito che avrei dovuto una buona volta sgelare e riordinare i cassetti del freezer, per evitare dei piccoli infarti - io vado molto in ansia con i rumori forti di cui non comprendo la provenienza, e anche se la mia naturale reazione sarebbe tapparmi le orecchie e urlare, mi devo ricordare con molto sforzo che sono un'adulta e che non posso farlo. E insomma, ho pulito molto bene il primo cassetto, così così il secondo, guardato il terzo e ignorato l'ultimo, anche perché é pieno di carne. Mentre pulivo il secondo, ho trovato una scatola di una cosa che mi sembrava hummus di fagioli e ho pensato che fosse un'ottima idea scongelarlo e usarlo; senonché non era hummus di fagioli, bensì la cremina delle pesche. Che poi é ciò di cui vi vorrei parlare oggi ma ho fatto un prolegomenon lunghissimo poco interessante solo perché ne avevo voglia.

La cremina delle pesche, allora. La cremina delle pesche é una delle due parti che compongono il dolce più iconico della mia mamma, parte integrante della mia infanzia e adolescenza - iconico in positivo, perché anche la torta verde di olio é abbastanza iconica, ma disgustosa. Tranne per mio zio Federico che mi ricorda Ovidio. Comunque. Il dolce della mamma di cui parlo consiste in pesche sciroppate ripiene di ricotta lavorata con amaretti sbriciolati, un pochino di zucchero a volte, cioccolato fondente; poi le si mette in frigo a riposare e le si serve belle fresche dopo pranzo. Sono dolci ma leggere, adorabili e divertenti perché sgusciano da tutte le parti e si gode moltissimo della loro consistenza nel tagliarle con il coltello. Sanno di domenica e di festa, della tavola aperta con la prolunga, della tovaglia con i fiori e del servizio buono, con il suo piatto ovale da portata su cui tutte le pesche stanno belle in fila. Questa ricetta é una variazione trovata chissà dove delle pesche riprende alla piemontese, una ricetta italiana in cui le pesche fresche vengono riempite con un composto della loro polpa, un poco scavata per fare una conchetta, cioccolato fondente tritato e amaretti sbriciolati, e sono poi cotte al forno in una teglia imburrata fino a che il cioccolato si scioglie e la frutta di ammorbidisce e caramella. La versione della mamma salta il forno, e arricchisce il ripieno con la ricotta, che rende il composto cremoso come quello sciolto nella ricetta originale. Solo che, la ricotta la mia mamma non l'ha mai mangiata, e io non la mangio dal 2020 perché sono vegana. Perciò niente pesche da allora, quasi. Fino a che, l'estate scorsa, quando stavamo sperimentando con il tofu vellutato per fare la mousse al cioccolato del mio amico Enrico, la mamma mi ha detto "questo secondo me é perfetto per la cremina delle pesche". E l'abbiamo fatto, ed é uscito buonissimo, come l'originale, e mi sono portata gli amaretti in Isvezia per poterlo rifare. Solo che un panetto di tofu vellutato fa diciotto litri di cremina delle pesche (che si fa uguale all'altra con amaretti e cioccolato fondente e un pochino di zucchero, tutto nella quantità a vostra scelta fino a che il risultato non vi piace), e così un barattolo é finito nel freezer, somigliante ad hummus ma non era hummus, e ora era nel frigo ad aspettare di essere usato. Quindi pensa e ripensa e mi sono detta WHAT IF ci facessi un almond croissant? E poi, ma WHAT IF ci mettessi delle fettine di pesca così da fare in una versione brioche le pesche della mamma che poi sono una versione speciale delle pesche piemontesi? Beh, l'ho fatto. E ci sto pensando ancora oggi.

Vi serve un croissant vuoto, da tagliare a metà; spalmate la metà di sotto con un leggero strato di crema di mandorle, e poi con un generoso strato di cremina delle pesche; aggiungete fettine di pesca fresca, meglio se bella matura, poi chiudete con l'altra metà, spalmateci anche qui del burro di mandorle, un cucchiaio di cremina delle pesche, spolverate con mandorle a lamelle (per il look almond croissant) e passate in friggitrice ad aria per circa 5 minuti a 180° (ma anche in padella velocemente con il coperchio, solo su un lato ovviamente, giusto per scaldarla); poco zucchero a velo e fine. Con una tazza di caffè é la gioia del cuore.

P.S. se vi avanza cremona - e vi avanzerà - oltre ad altri mille croissant, provatela con le pesche sciroppate! Ma anche con quelle fresche, sia al forno che non.

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