Focaccia genovese


Questa focaccia ha una storia buffa, perchè la prima volta l'ho fatta con mia sorella ed era uscita bene, ma così bene che era finita subito e non ero riuscita a fare neanche una foto. Pazienza, dico, la rifaccio, tanto cosa vuoi che sia per me, chef tre stelle michelin mancate, una semplicissima focaccia genovese? Allora, la prima volta che la faccio lievita pochissimo, non cuoce e fa veramente schifo, la seconda non lievita, si cuoce, e diventa una specie di cialda sottile...però, almeno, ha un buon sapore, quindi il mio orgoglio da panettaia non va del tutto a chiudersi in convento. Ma di focaccia non ne voglio più sentir parlare. Domenica sera però a mia sorella viene voglia, e allora penso, che sia una ricetta magica che va fatta solo in due per uscire? Sembrerebbe di sì...finchè ieri la signorina, non sazia, attua ricatto psicologico della serie "io domani vado a scuola e mi interrogano in storia mentre tu non farai niente dalla mattina alla sera perchè la tua è una scuola di fancazzisti brutti pigroni che stanno a casa ancora un giorno, quindi stasera mi devi fare la focaccia e non puoi leggerti in pace Shakespeare". Ansia, terrore, angoscia. Io non so fare la focaccia. Da sola è una cosa impossibile, la conquista di Troia, il masso di Sisifo, le imprese di Enea non sono nulla a confronto della focaccia genovese, mostro ancor più terribile di Scilla e Cariddi. Però ci provo, io, paladina senza macchia e senza paura, e mi avventuro. E alla fine, dopo un'ora di fatiche tremende ed inenarrabili, la cosa esce dal forno...ed è buona! Sapete dove sbagliavo? Acqua non abbastanza tiepida per far stemperare il lievito. Ma vaff...

Focaccia genovese
400g di farina
100ml di olio evo
1 bustina di lievito di birra liofilizzato (sono 7g, cioè circa 25g di quello fresco)
1 cucchiaino di zucchero
sale
acqua

Fate scaldare mezzo bicchiere d'acqua, fatelo raffreddare un pochino (ok, la ricetta dice "acqua tiepida", ma il mio concetto di tiepido è troppo freddo, quindi vedetevela un po' voi, è giusto che soffriate come ho sofferto io...), scioglietevi lo zucchero, stemperatevi il lievito e lasciate lievitare per una decina di minuti. Intanto fate una fontana con la farina, aggiungetevi il sale, mezzo bicchiere di acqua tiepida, metà dell'olio e, quando è pronto, il lievito. Impastate bene aggiungendo man mano un po' d'olio (deve rimanervene un po' per ungere la teglia e da spennellare sopra) finchè non avete un bel panetto elastico, poi mettetelo in una ciotola unta coperta con un panno umido e fate riposare finchè non ha raddoppiato il suo volume. Ungete una teglia, stendetevi bene l'impasto e lasciate lievitare ancora 15 minuti, poi spennellate con l'olio rimasto, fateci le fossettine con le dita, se vi va, e poi infornate a 200° C per 20/25 minuti, facendo sempre la prova stecchino.


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