Las empanadas

 Per la rubrica "Cucine dal mondo" - che non esiste, ma sarebbe carina - ecco a voi la ricetta delleeeee rullo di tamburiiii EMPANADASSSS. Originali, che dico, originalissime, fatte in diretta con la Colombia. Siamo pronti a condividerle con il resto dei mortali. Via.

Per prima cosa, dovete procurarvi la farina giusta: si usa una farina di mais precotta che spesso possiamo trovare anche noi nel reparto etnico del nostro supermercato, in una busta di plastica con una graziosa signora caraibica, il nome P.A.N. e le scritte in spagnolo; se siete fortunati, troverete anche proprio quella gialla che serve a noi, ma nel caso ci sia solo la farina bianca - come è successo a me -, non disperate, basterà aggiungere un cucchiaino di curcuma all'acqua che useremo. Mi raccomando sulla farina, quella per la polenta non va ugualmente bene, perché non è abbastanza fine. La mia fonte dice che potete creare dei fagottini con la pasta sfoglia, nel caso.

Seconda cosa, il ripieno. Esistono empanadas di carne - sublimi con un po' di lime, quando ancora mangiavo animali - e deliziosissime empanadas di verdure, le nostre. Per l'occasione è stato creato un ripieno appositamente per me, con 3/4 patate, 200g di zucca, un fungo porcino, tutto tagliato a dadini e cotto in padella con l'hogao, ovvero soffritto di cipolla e salsa di pomodoro. Con queste dosi in verità, non solo riempirete le 10/12 empanadas che produrrete, ma potrete condire pasta per circa sei persone, oppure creare un ripieno gustoso per una torta salata, o, ancora, una bella zuppa per un sacco di gente. Non me la sento però di cambiare le dosi, e poi le verdure sono buone e ci fanno bene e con un pochino di sforzo oggi avrete un sacco di cibo domani. 

Ora, dopo aver cotto per bene le vostre verdure - devono essere abbastanza asciutte - lasciamole raffreddare e occupiamoci dell'impasto. Le istruzioni sono scritte sul sacchetto della farina, ma possiamo riassumere il concetto: tanta farina, tanta acqua (una tazza diciamo), e in questa sciogliamo anche un cucchiaino di sale e, nel caso ci servisse, un cucchiaino di curcuma. Mescoliamo un po' il composto e lasciamolo riposare, in modo che la farina assorba bene il liquido e si possa modellare, nel modo che segue: formiamo una palla di diametro pari circa al nostro pollice, stendiamola tra due fogli di pellicola fino ad ottenere un disco di 3/4 millimetri di spessore, leviamo lo strato superiore di pellicola, adagiamo un cucchiai di impasto e richiudiamo il disco come se fosse una piada, sigillando bene i bordi e, volendo sagomando meglio la nostra empanada con un coppapasta. Avrete, come dicevo, circa una dozzina di empanadas, dipenderà dalla dimensione della tazza che avrete usato per misurare farina e acqua.

(Sembra semplice no? Devo però riferire che la mia fonte schiaccia la pallina-empanada con il fondo di un piatto, e poi le sagoma con il bordo di una tazza. Riferisco per amore di completezza).

Per la cottura, potete procedere in due modi: potete friggerle, immagino per qualche minuto a lato, o comunque finché non sono belle dorate, oppure potete cuocerle in forno a 180° per circa 30 minuti, con i dieci minuti finali di grill, finché, anche in questo caso, non vedrete un bel colore arancione sui bordi. Attenzione a non scottarvi con il ripieno quando le addentate! Sentirete l'incredibile sapore di miele del mais tostato. Se vi avanzano, si conservano benissimo surgelate; vi basterà poi toglierle dal freezer qualche ora prima di consumarle e riscaldarle in forno o in padella. Adios!

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