(ENG below)
Mi sembra in verità di averlo giá detto da qualche parte, ma per coloro tra voi che sono nuovi in queste meravigliooose paginette, lo ripeterò: io ho iniziato, nel lontano 2012 (!!!) questo blog di cucina, perché leggevo assiduamente, e ne ero quasi ossessionata, quello che si può considerare uno dei primi blog italiani, alias Il Cavoletto di Bruxelles. E sí, era scritto da una belga. Quindi io, a parte accrescere il mio giá grande interesse per la cucina, e sviluppare la passione - ma non il talento - per la fotografia, mi sono ritrovata a sapere un sacco di cose sulla cucina belga, che ogni tanto spuntava tra le ricette italiane e i resoconti di viaggi di Sigrid Verbert; anzi, non tanto sulla cucina belga, ma più precisamente su quella fiamminga, di questa regione misteriosa a nord ovest dell'Europa, con un nome che evocava il rosso dei suoi velluti, delle guance e dei nasi dei suoi abitanti, per via del temperamento focoso, le bevute di birra e il vento del mare del Nord. Si trattava di una conoscenza latente, di cui sostanzialmente non mi sono accorta fino a domenica scorsa, quando sono arrivata a Gent dopo un viaggio infinito, mi sono fatta venire il torcicollo a guardarne le torri e mi sono accorta che sul menu del ristorante di fronte a me c'era scritto waterzooi, e io sapevo bene cosa fosse, con mio stupore. Ora, quindi, lo dirò anche a voi.
Il waterzooi é, molto semplicemente, una zuppa con verdure, zafferano e pollo, originaria proprio della città di Gent; esiste anche una versione con il pesce, ma non ho capito bene che relazione ci sia tra le due, se una sia venuta prima e l'altra dopo, oppure se in fondo si siano sviluppate tutte e due insieme - cosa che ritengo molto probabile. Comunque, non credo che mi azzarderò mai a mangiare quella di pesce, perché la nostra guida, mentre ci portava in barca lungo i canali della città, ha associato queste due frasi insieme - senza ovviamente farlo apposta, ma l'impressione m'é rimasta e non ci posso fare nulla: su questo ponte i condannati a morte venivano decapitati, la testa cadeva in acqua e se la mangiavano i pesci; i pesci crescevano molto grassi in queste acque! Abbiamo anche una zuppa che facciamo con il nostro pesce, si chiama waterzooi. Ecco.
Altra cosa che mi sono trovata davanti e non mi aspettavo, gli speculoos, ovvero biscotti di pan di zenzero speziati e caldini che assomigliano ad ogni altro pan di zenzero del Nord Europa, e che, come tutti i suoi fratellini nel mondo, si prepara a dicembre, in questo caso per la festa di san Nicola, il 6 del mese. Quando però ne ho visto un vaso pieno da Himschoot, un piccolo forno nel centro della città con i pani e i biscotti più belli che abbia mai visto, non ho potuto no prenderne uno (ok, due). Dentro al negozio c'era un profumo incredibile, di zucchero caramellato e spezie, e la piccola commessa mi ha spiegato che veniva dai mastels, panini rotondi dalla crosta scura che vengono farciti con burro, zucchero e cannella e poi scaldati in una piastra: diventano cosí dischi caldi e croccanti, con un cuore di caramello speziato, una delle cose più buone che io abbia mai mangiato, e ve ne danno due per poco più di tre euro, quindi provateli senza indugio se capitate a Gent. Usciti da Himschoot, troverete attorno a voi altri tre specialità incredibili da provare.
Speculoos a forma di san Nicola (credo); mastel bollente mangiato per strada; una porta carina; la vetrina di Himschoot con i pani piú belli del mondo.
Prima di tutto, alla vostra sinistra troverete Tierentyn, che forse avrete giá notato arrivando, poiché si tratta di una bottega di spezie dove tutto sembra rimasto fermo da secoli, una vera bottega da speziale; voi siete qui per la senape, che vi verrà versata in un barattolo direttamente da grosse botti strapiene - é buona per ogni uso cui destinate di solito la senape, ma io l'ho assaggiata con dei formaggi stagionati a pasta dura, ed é la morte sua. Seconda tappa, esattamente tra i due negozi che avete appena visitato, una piccola bancarella che vende cuberdons, caramelle a forma di cono, tradizionalmente viola al gusto lampone, chiamate anche "nasini"; non ho deciso se mi piacciono o no, perché hanno un livello di dolcezza veramente spropositato, ma per amore di conoscenza direi che vi tocca provarne uno. La terza meraviglia l'ho lasciata per ultima. Sapete cosa hanno inventato i belgi?
Piastrelle decorate in mezzo alla città; senape non troppo a fuoco su formaggio; la risposta alla mia domanda (e a tutte le altre che ci facciamo nella vita).
Le patatine fritte! E non fritte per scherzo, gente, ma ben due volte! Potete notare infatti la struttura rigida e il colore dorato che le rendono una ricchezza più preziosa dell'oro - e tossica uguale da mangiare. Già che c'eravamo, abbiamo assaggiato anche le
croquettes aux crevettes, ai gamberi, con del prezzemolo fritto che mi ha fatto sognare. Potete mangiare queste prelibatezze in un posto che, uscendo dalla panetteria, si troverà alla vostra destra,
Frites Atelier, oppure provarle come contorno della
carbonnades à la flamande, uno stufato di manzo e birra, in cui la carne é morbidissima e la salsina perfetta per intingerci le vostre patatine - sì, é stata una settimana poco vegana, ma devo confessare con un po' di dolore che questo stufato me lo sono sognato nei giorni successivi. Purtroppo l'ho assaggiato durante una cena molto seria e non sono riuscita a fare una foto, quindi vi lascio il
link al blog del cavoletto così potete farvi un'idea.
Frites Atelier; stradine e palazzi di Gent, perché dopo il fritto di cui sopra vi conviene farvi una bella passeggiata; il castello dei conti visto dall'acqua; un altro castello, ancora più interessante perché appartenuto ad un certo Geraard de Duivel, Geraard il Diavolo; alcune delle salse che potete mangiarvi con le vostre patatine.
A parte il cibo, che in verità come ben sapete non é mai una parte, ma é ciò attorno cui ruota la mia esperienza di un posto e che detta moltissimo l'atmosfera, mi sono innamorata della cittadina di Gent; sostanzialmente, mi sono accorta che, per quanto io ami la Svezia ed Uppsala, mi manca il clima che hanno le cittadine europee - di quell'Europa che si é formata durante il medioevo e sui cui si é modellato il concetto di contiene europeo, di cui la penisola scandinava storicamente non ha fatto parte, e ha un'altra storia - dove passeggi e pure i sassi ti parlano di storia. La cultura fiamminga, che, almeno a me, é poco nota, la sua lingua ruvida e le tensioni con il resto del Belgio francofono, i canali della Leie e dello Schelda, i castelli, le torri gotiche e l'Adorazione dell'agnello mistico, pala d'altare meravigliosa di Jan van Eyck, con dei colori vividissimi e una pennellata tale da sembrare quasi tridimensionale. Metto di tutto ciò delle foto un po' a caso.
E sí, ho bevuto delle birre! Di cui ho apprezzato soprattutto i bicchieri.
Indirizzi:
- Amadeus, Goudenleeuwplein 7, 9000 Gent.
- Himschoot, Groentenmarkt 1, 9000 Gent.
- Tierenteyn, Groentenmarkt 3, 9000 Gent.
- Frites Atelier, Groentenmarkt 20, 9000 Gent.
- Bier Central, Botermarkt 11, 9000 Gent.
- Patisserie Jacquet, Vlaanderenstraat 118, 9000 Gent.
(ENG)
I think I’ve already told that somewhere here, but for those that are new in these wonderful pages, I’ll say it again: I started this food blog in 2012 (!!!) because I used to read - and I was kind of obsessed by it - one of the first Italian blogs, aka Il Cavoletto di Bruxelles. And yes, it was written by a Belgian girl. Therefore I, besides growing my already huge interest in cooking and develop the passion - but not the talent - for photography, found myself knowing a lot of thing about the Belgian cuisine, that sometimes sprouted among the Italian recipes and the travels of Sigrid Verbert; actually, not about the Belgian cuisine but, more precisely, about the Flemish one, this mysterious region in North West Europe, with a name that evoked the red of its velvets, of cheeks and noses of people, due to a fiery temperament, the beers and the wind of the North Sea. However, it was a silent knowledge, which I did not realise to have until last Sunday, when I arrived to Gent, after a never-ending journey, I got myself a stiff neck watching at its towers and I noticed on the menu of the restaurant in front of me the name waterzooi, and I perfectly knew what was it. So now I will tell you to you too.
The waterzooi is simply a soup of vegetables, saffron and chicken, created exactly in Gent; there is also a version with fish, but I’ve not really understood the relationship between the two variants, which one came first, or if they were developed together in different times - as I believe. However, I think I will neve try the fish soup, because our guide, during a boat tour in the channels of the city, said together these two sentences, that are not really related, of course, but it was still not very pleasant, and I’m traumatised: on this bridge, those condemned to death were decapitated and their heads fell into the water, for the fishes; there were great richness of fishes in these water! He have a soup here that we make with our fish, it is called waterzooi. And that’s it.
High towers seen from st. Michael's bridge (st. Nicholas' cathedral, the belfry tower, st. Bavo's cathedral); the channels of the happy fishes; chicken waterzooi at Amadeus', where you can have ribs all-you-can- eat, but it's not important because you are here for the soup)
Another great thing that was there and I wasn’t expecting it were the speculoos, that are gingerbread cookies, spicy and warm like all the other gingerbread all over the (northern) world, and that are prepared in December, like all their brothers, precisely on the 6th of the month, for st. Nicholas. But when I saw a jar full of these at Himschoot, a little bakery in the city center with the most beautiful bread and seeds, I couldn’t not take one - ok two. Inside the shop there was an incredible smell, of caramelised sugar and spices, and the little woman there told me that it was the smell of the mastels, little buns with a dark crust that are filled with butter, sugar and cinnamon, and then ironed, so that they become worm and crisps disks, with a heart of spiced caramel, one of the most delicious things I’ve ever tastes, and you can have two of them for little more that three euros, so don’t miss them if you happen to be in Gent. Out of Himschoot, you can find around you three other wonderful delicacies you have to try.
Speculoos in the shape of st. Nicholas (I think); hot mastel; a nice door; the window of Himschoot with the most beautiful bread in the world.
First of all, at your left you will find Tierentyn, that maybe you have already notice going at the bakery, since it is a beautiful shop of spices where everything seems to come from another century; you are here for the mustard, that they will pur in a jar directly from giant full barrels - it is good for every situation in which you normally use mustard, but its best I think is with hard aged cheeses, as I tried it. Then, second place, exactly between these two shops, a little stand that sells cuberdons, cone shaped candies, traditionally purple and raspberry flavoured, also known as “little noses”; I don’ know if I liked them or not, but I think that for knowledge’s sake, you have to try one. Finally, I let the third wonder for last. Do you know what the Belgians have invented?
Decorated tiles around the city; mustard on cheese; the answer to my question (and to all the others we make in our lives).
Fries! And very seriously, they are fried two times! You can notice the rigidness and the color that make them as precious as gold - and toxic the same way if you eat them. We tried also the croquettes aux crevettes, with shrimps, with some fried parsley that was a dream. You can eat these delicacies in a place that, coming from the bakery, in at your right, Frites Atelier, or you can have them as a side dish with carbonnades à la flamande, a stew of beef and beer, in which the meat is the softer and the sauce is perfect to dip fries . Yes, it was not exactly a vegan week, but I have to confess with a little sadness that I’m still thinking about this dish. Unfortunately, I tried it during a very formal dinner and I didn’t dare to take pictures, so I leave the link to the blog mentioned above, so you can get an idea.
Frites Atelier; streets and buildings in Gent, because after all that fired food, you can use a walk; the castle of the counts seen from the water; another, more interesting castle, of Geraard the Devil; some of the sauces you can eat with your fries.
A part from the food, that is not just a part for me, but the thing around which gather all the experiences of a journey, I felt in love with Gent; I realised that, even if a really love Sweden and Uppsala, I miss the vibe of the cities in Europe - and I mean the Europe that was created during the Middle Ages and on which the idea of an European continent was formed, and historically Scandinavia ad no part in that - where you walk around and even the stones talk to you about history. Flemish culture, I don’t know anything abut it, its harsh language and the tensions with the other parts of Belgium, the channels of Leie and Scheldt, the castles, the gothic towers and the Adoration of the Mystic Lamb, the altar masterpiece of Jan van Eycj, with extremely vivid color and such brush stroke that it seems almost three-dimensional. I put some random pictures of all this.
An old monastery and the belfry tower; the cuberdons; monument to the ban Eyck brothers; beer menu and sole meunière at Beer Central; mosaics, windows and nice masks; tarte au riz and butter cookie for breakfast at Jacquet´s; the Mystic Lamb.
And yes, I drank beer! And I really appreciated the glasses.
Adresses:
- Amadeus, Goudenleeuwplein 7, 9000 Gent.
- Himschoot, Groentenmarkt 1, 9000 Gent.
- Tierenteyn, Groentenmarkt 3, 9000 Gent.
- Frites Atelier, Groentenmarkt 20, 9000 Gent.
- Bier Central, Botermarkt 11, 9000 Gent.
- Patisserie Jacquet, Vlaanderenstraat 118, 9000 Gent.
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