Raviolario italiano - febbraio.


Di nuovo siamo alla fine del mese, ma sono riuscita comunque a rispettare il mio proposito - ora é diventato una questione di vita o di morte perché non si può proprio rompere l'asimmetria. 

Comunque.

la Svezia é ghiacciata e piena di neve, ma le giornate sono più lunghe e luminose, gli uccellini cantano e qualche fiorellino bianco comincia a spuntare qua e là, come ho costatato proprio oggi. Nonostante ciò, le uniche verdure davvero presenti rimangono rape e radici in tutte le forme, e questo mi ha fatto ricordare l'esistenza dei casunzei all'ampezzana, un piatto originario di Cortina d'Ampezzo sulle Dolomiti, ravioli ripieni di barbabietole e rape gialle, conditi con burro fuso e una spolverata di semi di papavero. E niente, sono incredibili, sia nel sapore terroso addolcito dalle note di latte e nocciola del condimento, sia nel colore del ripieno - credo che il colore delle barbabietole sia il mio colore preferito in questo periodo, ed é certamente il rosa febbraio che é nella mia testa, sia per la presenza dei semi di papavero, che sono i miei semini del cuore, nonostante dovrebbero farmi paura perché i piccoli puntini neri mi terrorizzano, sia nella provenienza: cosa c'é di meglio di un piatto di ravioli di montagna per celebrare l'ultimo mese dell'inverno che, se Dio vuole, dovrebbe essere comunque bello freddo?

La ricetta originale prevedere una sfoglia fatta con 300g di farina 00 e 3 uova, stesa molto sottile; potete ovviamente farne una versione vegana usando acqua fino ad ottenere un panetto compatto e malleabile, con un pizzico di curcuma per il colore (io ho fatto così). Il ripieno di ottiene cuocendo al vapore 800g di barbabietole e 100g di rape, che vanno poi grattugiate e fatte scolare una notte intera, infine condite con sale, pepe e un poco di fecola o pangrattato per addensare, se serve. La pasta va tagliata in cerchi di 8cm di diametro, piegati poi a mezzaluna una volta farciti, e sigillati con i rebbi di una forchetta. Cuocete in abbondante acqua salata bollente per 3/4 minuti, poi scolate con delicatezza, condite con burro fuso (di malga se si può) e semi di papavero, e servite.

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