Piccola polemica lirica, e delle camille.



Stamattina andando in ufficio ho ascoltato un podcast sulle isole del Mediterraneo visitate da Odisseo nell'Odissea. L'host del podcast, intervistando questa tipella che ha scritto un libro su un suo viaggio sulle tracce del suddetto, dichiarava come le situazioni di awe, di meraviglia di fronte alla natura, sia necessario andarsele a cercare, perché non ti piovono dal cielo. Io, non sono d'accordo. Io, faccio esperienza di commozione di fronte al creato tutte le mattine quando esco di casa, per esempio in questo marzo fatto di fiori gialli e viola e nevicate improvvise che hanno di nuovo reso tutto bianco e ghiacciato e brillante come un cristallo. Il cielo azzurrissimo a mezzogiorno e poi le sfumature di rosa al tramonto; il tramonto stesso, alle 17 di sera, che é giallo caldo sugli alberi della mia finestra in ufficio e mi sembra incredibile che ci sia così tanta luce!; la luna affilata e appuntita che si vedeva nel cielo sellato qualche sera fa; la sensazione che siamo tutti in trepidante attesa di qualcosa, forse della primavera, e che siamo tutti ancora una volta sopravvissuti a ad un inverno a -20; l'acqua del lago che é in punti é ancora così ghiacciata da poterci pattinare, e fare i bagni dopo la sauna; i canneti che cominciano a muoversi nel loro colore dorato, e i cerbiatti che escono a bere nei prati punteggiati di verdino; forse forse, le occasione di awe, più che andare a cercarle, bisogna educarsi a vederle. Per me, che la mia anima riconosca la primavera in questa nuova neve bianca, nelle rive del fiume brulle e marroni, con lo sciabordio dell'acqua fredda nata dal ghiaccio che si scioglie, e che la ami, e che si senta amata, mi sembra una meraviglia immensa.


E poi, così, marzo mi ricorda le carote. Non so perché. Forse perché c'é la Pasqua, e i conigli. E poi il Regno Unito, e l'Irlanda soprattutto, sono legate a marzo - anche qui, boh, direi perché marzo é ovviamente un mese verde. Il che rende lo rende perfetto per vedere, o rivedere, The wind that shakes the barley, e, onestamente, anche Peakey Blinders, e restare in awe - sacrosanto - per l'uomo del momento, che io, vorrei dichiarare qui, amo da almeno il 2010. Per mettere i puntini sulle i, che se li merita tutti. Comunque, un dolce con le carote. Poiché non credo ci sia torta migliore di quella che abbiamo già fatto qui, ho pensato di cercare qualcosa che fosse simile alle camille che conosciamo tutti e dai, devo dire che sono abbastanza felice del risultato- la combo carote e arancia mi da molta gioia, e sembra perfetta per questa stagione in cui io sbaglio sempre la quantità di strati da mettere e ho perennemente il raffreddore. Ho seguito questa ricetta, riducendo lo zucchero a 70gr (50gr zucchero di canna e 20gr bianco) - la mia arancia era molto matura e assicuro che lo zucchero é sufficiente -  e usando della farina di farro e dello yogurt d'avena tipo greco, che mi piacciono molto. Se cuocete l'impasto in una teglia unica, come ho fatto io, vi serviranno 45 minuti, direi, ma controllate sempre con lo stecchino. Mescolate dello yogurt con un pochino di vaniglia e un pochinoino di sciroppo d'acero, e non ho più nulla da aggiungere.

Ciao!

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