La Svezia e... lo Skevdi Bröd.

 Qui sta lentamente tornando l’autunno, io cerco di fare finta di niente seduta al parco con i sandali, ma in verità tutto é freddino e grigio, compresa io, e il tavolo di legno balla e ovviamente mi sono dimenticata l’ombrello. Tutte queste fall vibes nel mezzo di agosto, nonostante qui sia piuttosto normale, mi stanno molto confondendo, perché per il mio calendario psicologico siamo ancora in estate e così tutto é disordinato, ma non riesco a trattenere il frizzantino che sento dentro, perché l’autunno é la mia stagione preferita e l’aspetto con ansia. Mi sono anche accorta del perché risento cosí forte in questo periodo lq sensazione di novità di cui vi parlavo l’altra volta, e credo sia soprattutto perché io sono arrivata qui in autunno, e questa é l’aria che associo all’inizio della vita in Svezia. Che poi l’aria d’autunno si associa sempre agli inizi no? E di conseguenza anche alle fini, é solo questione di prospettiva. Penso quindi che mi sposerò in autunno.

Ora é mattino del giorno dopo - e sono seduta in un altro punto dopo aver bevuto un caffè e mangiato un biscotto, ad aspettare che arrivi l’orario del treno, e sperando che nessuno mi rubi la bicicletta. Il clima é sempre lo stesso, io mi sono convertita alle stringate nere e alla felpa grigia perché capisco anche io quando insistere é da scemi. Comunque, ecco un post che é stato fotografato nel cuore dell'estate, giusto per farci venire un po' di nostalgia e ricordare i bei vecchi tempi (di due mesi fa circa, ma mi sono sembrati molti di più).



Un po' di tempo fa, qui, mi stavo lamentando che mi manca la ricchezza e la qualità dei prodotti italiani. Rimane vero, ma mi sono anche informata e, ovviamente, pure la Svezia ha il suo bravo elenco di prodotti tipici, alcuni davvero niente male. Ed é facile apprezzarli, perché vale la stessa regola che si applica allo studio dell'arte greca: niente paragoni, ma un po' di sano relativismo, per poter valutare l'elemento in questione in rapporto al contesto culturale e alla società che lo producono. Poi si aggiunge il gusto personale, su cui non disputandum est, ma non é quello il punto.

Perciò eccoci alla prima puntata di La Svezia e …  (chiameremo cosí questa serie perché non mi é venuto in mente nessun altro titolo) lo Skedvi Bröd. Avete presente quei crackers di segale rettangolari, o rotondi, che probabilmente mangia vostra madre, o la Cate, e che si chiamano Wasa, come gli antichi re di Svezia, ma con la W? Ecco, questa cosa si chiama knäckebröd (quanto é bello ed onomatopeico questo nome? E non lo dico solo io: knäcke sta proprio per croccante), e qui si può trovare fatto a livelli decisamente notevoli. Questo qui in particolare é prodotto da secoli in un piccolo punto nel mondo chiamato Stora Skevdi, letteralmente Grande Skevdi - ed é buffo -, parte della provincia di Säter, in Dalarna, una regione della Svezia centrale. Questo tipo di knäckebröd é particolarmente buono perché ancora tradizionalmente fatto a mano e cotto in forni a legna, e per questo motivo é inserito tra le Protected Geographical Indication, PGI, quelli che noi chiamiamo IGP. 



Viene venduto in dischi grandi e piatti, con un buchino al centro, che serviva per infilarli in aste di legno e appenderli al soffitto per conservarli - cosí potevano essere cotti due volte all’anno in grandi quantità -, e una decorazione a rombi ottenuta grazie ad uno speciale matterello di legno a borchie - che io ho, e il commesso che me l’ha venduto mi ha detto di usarlo per picchiare il mio moroso; la carta della confezione poi é molto carina, con questo strano tizio seduto sopra un gallo, e vi consiglio di conservarla per usi futuri. Se conoscete il sapore dei Wasa, scordatevelo: lo Skevdi Bröd ha un gusto molto piú sapido e corposo e un sentore di abbrustolito che mi ricorda tantissimo la crosta della pizza. La mia parte preferita di tutto questo abaradam é decisamente il foro centrale, e trovo commovente che sia ancora conservato nella ricetta di oggi del Skedvi Bröd, perché, nonostante nessuno conservi più queste gallette appese al soffitto, un dettaglio così piccolo racconta la storia, l’origine e gli usi di questo incredibile pane. A Stoccolma, nel parco di Skansen - andateci assolutamente -  potete trovare la ricostruzione di un villaggio svedese con tutti i lavori tipici di un tempo, e, in alcune case potreste trovare proprio le lunghe aste piene di ruote croccanti, incastrate tra le pareti e il soffitto. Potrei provare a conservarle così nel mio nuovo appartamento, ma non so se la mia coinquilina Carla sarebbe contenta.

Ma, arriviamo alla cosa davvero importante: come mangiare lo Skedvi Bröd? 

In mille mille modi, come un cracker - ma più cool. Per esempio, ci potete fare colazione o merenda, spalmandoci sopra tutto quello che vi viene in mente, like burro, marmellata, crema di nocciole o d’arachidi, e frutta di ogni genere; oppure usarlo come base per spuntini salati, e anche dei veri e propri pasti, con pesto, hummus, sugo di pomodoro, paté di olive, pomodorini, avocado, tutte le verdure del mondo…le possibilità sono infinite.

Poi, potete anche azzardarvi ad essere creativi e inventarvi modi per usare il knäckebröd in altre preparazioni, come per esempio in delle lasagne alle verdure, al posto della sfoglia all’uovo. Ora, non per vantarmi, ma vi consiglio vivamente di provarle, perché sono incredibili, davvero molto semplici, condite con un sugo di pomodoro e verdure, alternato alla besciamella, e i liquidi impregnano il pane e tutto in forno si amalgama e mi viene da piangere a pensarci perché non ho ancora cenato. Ma a parte ciò. Il risultato é un piatto  bello intenso, da servire una domenica a pranzo in cui poi non avrete più nulla da fare, perché dopo un bel pisolino é abbastanza necessario; perciò, già che ci siete, beveteci sopra una buona dose di vino rosso, tanto per stroncarvi per bene una volta per tutte e completare l’opera. Consiglio di farvi un bel giretto in Svezia e comprare una versione con i fiocchi del knäckebröd, ma nel caso vogliate proprio provare questa meravigliosa lasagna il prima possibile - e vi capisco, magari ci stanno anche i normali Wasa rettangolari, che tra l’altro hanno pure la forma precisa delle sfoglie.


Cominciate preparando un buon numero di verdure a tocchetti, come
carote, cavolo riccio, broccoli, piselli, in grande quantità - se vi avanza, come al solito, ve la mangiate domani, o la surgelate per usi futuri; tritate mezza cipolla e fatela appassire con un giro d’olio in una padella capiente, versateci le vostre verdure, fatele rosolare finché non si ammorbidiscono un pochino e poi aggiungete 500ml di sugo di pomodoro, e una manciata di olive verdi tritate (o del sugo alle olive, se vi avanza - true story); cuocete le verdure a fuoco medio/basso, finché tutto non é morbido e la salsa abbastanza densa; salse, pepate, assaggiate e regolate, poi mettete da parte. Preparate una besciamella con 10g di olio, 10g di farina e 100ml di latte vegetale (il mio preferito é quello d’avena, molto svedese), versando per prima cosa l’olio in una pentola capiente, poi facendo tostare la farina e infine versando il latte, mescolando finché non otterrete una crema densa, ma non troppo; condite con sale e poca noce moscata e mettete da parte anche questa. Ora, scaldiamo il forno a 180°, in modalità ventilata, e assembliamo la nostra lasagna. Spalmate un paio di cucchiai di besciamella sul fondo di una pirofila, create uno strato di pane, poi verdure, e altra besciamella, e così fino ad esaurimento di ingredienti, o, più facilmente, spazio - terminate con la besciamella, se volete spolverate del parmigiano, pure nella sua versione vegetale, e infornate per 15/20 minuti, finché la superficie non inizierà a dorarsi.


E fine! Buon appetito (e venite in Svezia! Abbiamo un divano molto comodo.)



Grazie Monique perché mi vuoi bene e fotografi tutto quello che ti dico - e aggiungi il tuo gusto per il bello che migliora ogni cosa.

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