Il Natale svedese con lo zafferano

 

Non so cosa ci sia tra gli svedesi e lo zafferano. Sta di fatto che da metà novembre questi cominciano a metterlo i tutti i dolci possibili, e così uno sa che é arrivato il Natale. Grazie a questo e alle lucine in tema e al proliferare di concerti di carole praticamente in ogni angolo più o meno sacro di ogni città. Io ho abbracciato con gioia questa tradizione, perché trovo che lo zafferano renda i dolci che lo contengono parte integrante della mia personalissima categoria di cibi preferiti, ovvero quelli che in fondo in fondo non mi piacciono del tutto. È strano, lo so, ma queste cose mi fanno impazzire - tipo l'uvetta, i peperoni, lo zenzero, i carciofi, tutti i cruciferi e la pastinaca. La nota finale del loro sapore non mi piace e per questo motivo voglio mangiarne ancora, perché non mi ha soddisfatto pienamente e mi ha lasciato lì ancora in attesa, curiosa e desiderosa di altro. Guardate che é una grandiosa metafora della vita eh? Rapporti che ti lasciano senza nessun bisogno e quelli che ti fanno domandare e cercare ancora, di più. Troppo metafisico? Ho anche un po' fame, su questo treno Stoccolma - Copenhagen che l'ultima volta mi ha fatto vomitare anche la colazione del 13 settembre 2005 ma che oggi invece si sta comportando bene, tra campi innevati e abeti scuri che si stagliano nella nebbia.

Si comincia la stagione ovviamente con un classico, i lussekatter di Santa Lucia - li abbiamo già fatti una volta e ricordo che li avevo portati a scuola in un giorno in cui la classe era decimata dalla neve e noi che ci siamo abbarbicati su per i colli sfidando il freddo alla fine non abbiamo fatto molto altro se non mangiare dolci e tentare di scaldarci. La versione vegana e gluten-free si ispira a questa ricetta qui, con l'uso di 200g di farina senza glutine per dolci da forno e 50 gr di fecola di patate (che consiglio di base perché rende tutto super soffice), e della margarina fusa al posto dell'olio. Buoni sempre, soprattutto a colazione e mi spingerei fino a dire anche tostati un poco.

Veniamo poi alla categoria "variazioni sul tema", ovvero un esempio del fenomeno di cui vi ho parlato poco sopra, i.e. l'improvvisa zafferanizzazione di ogni dolce esistente, e se siete ad Uppsala io vi consiglio di fare un salto da Güntherska, che fa sempre le cose migliori - io ho fatto una piccola scorta per il mio viaggio in treno fino a Bergamo, perché la colazione é un momento delicato ed é giusto trattarsi bene - e qui potete vedere un pain au chocolat con zafferano - lo scrocchio di questa pasta mi ha dato lo stesso piacere di quello della schiena quando ci si sdraia in Savasana; un saffransnurra - la girellina del paradiso con lo zucchero sopra, e tantissimo ma tantissimo burro - e un classico bulle, allo zafferano e mandorle, che per tenerci leggeri e coerenti abbiamo comprato vegano. Dalle mie esperienze precedenti possiamo poi citare un saffransmazarin che in verità sapeva un po' troppo di risotto, e una creme brûlée allo zafferano che era la fine del mondo. 

In fine, il pezzo forte, il prodotto creativo di una mente - svedese - così imbevuta nella cultura dello zafferano da saperlo utilizzare per creare dolci nuovi. Questa ciambella era nella mia to do list da qualche inverno, e come biasimarmi visto che é gialla bellissima, morbida grazie al latte di cocco e glassata con cioccolato bianco? Dai, vi sfido a non amarla e, come vedete, é stato difficile salvarne un pezzetto per fare una foto. La ricetta viene da qui e le uniche cose che ho fatto diversamente sono state usare margarina invece che burro e saltare il passaggio del rum per la presenza di minori, e quindi ho semplicemente sciolto il contenuto di una bustina negli altri liquidi. E pure il cioccolato bianco era vegano! Assurdo ma vero.

Da Nässjö per oggi é tutto! Mangiate più zafferano, fateci il risotto, mettetelo nei dolci, coloratevi una veste e fate finta di essere un attore tragico o un cadavere nell'antica Grecia - perché no?

ENG

I don't know what's between Swedes and saffron. They just start in the middle of November to put it in any kind of sweet thing you can find, and so everybody knows that Christmas has arrived. Thanks to that and invasive themed decorations and carole choirs basically in every more or less holy corner of the city. I've actually gladly embraced this tradition - of saffron, not caroling - because I think that this spice makes desserts enter in my personal favourite cathegory of foods, aka those foods that I don't completely like until the end. I recognise it's weird, but those are the foods that drives me crazy - as raisins, bell peppers, ginger, artichokes, all the kåls and parsnip. I don't like the final tune of their flavour and that's the reason why I want to eat them again, because they've not quite satisfied me and rather left me waiting, still curios and willing something more. It's a glorious metaphor of life, isn't it? Relationships that leave you with no needs and those that make you ask and search again, and more. Too much metaphysics? I'm also a bit hungry, on this train Stockholm - Copenhagen that last time made me puke even the breakfast of 2005 September 13th but that today is doing good, through fields of snow and dark fir trees standing out in the fog.

The season starts with a classic, lussekatter for Saint Lucia - we have already done them once and I remember that I brought them to school a day in which we were just a few in our class because of the snow and we did not much more than eating and trying not to freeze. The vegan and gluten free version is inspired by this recipe, using 200gr of gluten-free flour for baking, and 50g of potato starch that I actually recommend for everybody, because the result is a super soft brioche, and melted margarine instead of oil. They are alway good, but perfect at breakfast, especially if toasted a bit.

Then we come to the category "variations", aka an example of the phenomenon described before, the sudden presence of saffron everywhere; if you are in Uppsala, my suggestion is to go to Güntherska, that does the best baked goods in town - I bought a small selection for my train travel Sweden - Italy, because the morning is difficult and you need goof things for breakfast. Here you can see a saffron pain au chocolat - here a pun in Italian that I don't know how to translate - ; un saffransnurra - that roll made in heaven with a huge lot of sugar and butter - and a classic bulle, with saffron and almonds, that I took vegan to be healthy and coherent. From my previous experiences I can also quote a saffransmazarin that actually was a bit to much like a risotto, and a saffron creme brûlée that was amazing. 

Finally, the highlight, the creative product of a - Swedish - mind so imbued in this saffron culture to be able to create new desserts. This bundt cake was in my to do list since a couple of winters and of course, I mean, look at that bright yellow, and it is so soft thanks to the coconut milk and then glazed with white chocolate. As you can see, it was difficult to save even a little peace to take a picture. the recipe comes form here and the only thing I've changed are the margarine instead of butter, and to skip the alcool for the saffron, that I've melted directly in the other liquids. And even the white chocolate was vegan! Truly.

From Nässjö that's all for today! Eat more saffron, make the risotto, use it in desserts, dye a dress and pretend to be an actor of tragedies or a corpse in the Ancient Greek - why not?